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Il nostro modo di comunicare è in continuo cambiamento e ce ne siamo resi conto quest’anno più che mai, quando la pandemia ci ha imposto di approfondire, se non addirittura imparare, l’uso del linguaggio tecnologico, un linguaggio che ci ha permesso di rimanere uniti malgrado le difficoltà.
Con la riapertura del nuovo anno accademico, l’Associazione Musicale Giustiniana propone di riscoprire uno dei linguaggi più straordinari al mondo, quello della musica.
È risaputo che la musica trasmette le più svariate emozioni. Ci fa venire voglia di ballare, quando il ritmo è ricercato e sostenuto. Ci fa venire gli occhi lucidi quando, al contrario, le armonie giocano su scale minori e suoni prolungati. Semplicemente, ci consente di esprimere ciò che proviamo e di percepire quello che altri ci vogliono comunicare in maniera semplice, intuitiva e trasversale.
Come tutte le lingue, anche la musica è dotata di una propria grammatica, una propria sintassi e un proprio vocabolario ma, al contrario di tutte le altre lingue, ha la caratteristica di essere compresa da tutti.
Una melodia allegra verrà percepita come tale in tutto il mondo, sicuramente con diverse sfumature ma sempre orientata nella stessa direzione, senza distorsioni dovute alle diverse età, etnia, genere, religione, appartenenza sociale e culturale dei vari ascoltatori. È proprio questo che rende la musica una lingua speciale.
Le ricerche etnografiche ed etnomusicologiche dello studio Cross-cultural analysis of song, pubblicato su Science nel 2019, ne sono la prova scientifica: i suoni musicali sono universali, di conseguenza la musica è un linguaggio universale.
Nonostante questo concetto sia sempre stato generalmente riconosciuto, prima di questo studio non si aveva dimostrazione scientifica di come la musica esista in ogni società, di come sia a sostegno e in correlazione a determinati contesti comportamentali e di come le sue caratteristiche acustiche (accento, tempo, estensione tonale, etc.) siano sistematicamente associate ai suoi obiettivi e alle sue finalità.
I ricercatori hanno sviluppato il loro studio su un corpo di testi etnografici riguardanti il comportamento musicale di un campione rappresentativo di società, insieme a una discografia di registrazioni musicali, per arrivare a rispondere a sei domande:

  1. La musica appare universalmente?
  2. Quali tipi di comportamento sono associati al canto?
  3. Come variano tra le società?
  4. Le caratteristiche musicali di una canzone sono indicative del suo contesto comportamentale (ad esempio, l’utilizzo di un particolare tipo di musica come aspetto curante nei bambini)?
  5. Gli schemi melodici e ritmici delle canzoni variano sistematicamente come gli schemi che troviamo nel linguaggio?
  6. Quanto è prevalente la tonalità negli idiomi musicali?

Il risultato di queste domande ci mostra l’effettiva esistenza di un meccanismo cognitivo universale che consente alla musica di unirci pur nella sua diversità di melodie, ritmi e tonalità, comprovando non solo l’universalità di questo linguaggio, ma anche come un determinato tipo di musica venga utilizzato in contesti simili in tutto il mondo (Science: 2019, “Cross-cultural analysis of song”).
Per promuove la conoscenza e lo studio di questo straordinario linguaggio, per permettere di continuare a sperimentare un linguaggio che ha sempre fatto parte di noi, l’Associazione Musicale Giustiniana mette a disposizione percorsi formativi di musica classica, moderna, jazz e d’improvvisazione, indirizzati a bambini, ragazzi e adulti.