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Se nell’accostare parole e punteggiatura si crea un dialogo tra scrittore e lettore, nell’accostare note e pause questo dialogo si crea tra autore e fruitore di musica. Come per le pagine di un libro da leggere, anche le pagine di uno spartito fungono da ponte di comunicazione tra due soggetti ed è proprio questo il primo legame che salta alla mente, quando ci si riferisce alla musica come linguaggio.

Nella musica però, ad entrare in comunicazione tra loro, sono anche gli strumenti, coinvolti in assoli o in duetti, trii, quartetti fino in formazioni orchestrali di gran numero. Le loro voci si intrecciano, si sovrappongono, si lasciano il giusto spazio per esprimersi, per rinvigorirsi e prendere coraggio, per farsi sentire o per abbassare i toni, per sfumare in altre emozioni più o meno intense e segrete.

Le composizioni musicali sono un’alternarsi di melodie, di frasi dette e non dette, sottintese, urlate, sussurrate o spiegate nel dettaglio. Gli strumenti che danno voce a queste note, alle parole della musica, discutono tra loro, per poi riferirsi agli altri. I musicisti dialogano attraverso i loro strumenti, rendendo sonori i pensieri del compositore, per poterli trasmettere a tutti coloro che stanno ascoltando.
Sembra incredibile come la musica riesca a tessere il suo filo dal compositore, al musicista, all’insieme di musicisti, fino ad arrivare all’ascoltatore, favorendo la rielaborazione creativa di tutta questa mediazione.

Qui entra in gioco la musica d’insieme, quegli incontri in cui i musicisti suonano appunto insieme, analizzando i diversi punti di vista di un brano, creando sinergia e collaborazione per poter sviluppare al meglio il messaggio scritto dal compositore.
A volte suonare insieme non è facile, ma sempre il suonare insieme insegna a dialogare, in musica in primis, ma anche al di fuori di essa, in tutte le sfere della vita. Si impara a rispettare la voce di ognuno e a dare spazio ad ognuno per potersi esprimere. Si impara a far sentire la nostra voce o a stare in silenzio quando è opportuno, a comunicare con gentilezza e a condividere pensieri ed emozioni.

Crescere con la musica d’insieme è quindi un’opportunità preziosa, non solo se capita in tenera età. La crescita che quest’arte può dare, ancora di più quando la si pratica con altri, è importante a qualsiasi età.
Il dialogo musicale e il suonare insieme insegnano anche la diversità. Insegnano a riconoscerla e a renderla visibile, in modo sincero e spontaneo, apprezzando e incoraggiando le caratteristiche di ognuno. Perché il suono di un violino è diverso da quello di un flauto e quello di un pianoforte è diverso da quello di un sassofono!
Questi strumenti appartengono tutti a famiglie diverse (archi, percussioni, legni, ottoni) ma anche all’interno di una stessa famiglia il suono di uno strumento non sarà mai uguale all’altro.
Inoltre, uno stesso strumento suonato da due persone diverse esprimerà un suono diverso, perché ognuno di noi è diverso dall’altro.
La musica ci insegna quindi a dialogare apertamente, con rispetto e gentilezza, sia con noi stessi che con il resto del mondo, e a rendere il nostro percorso di crescita personale speciale e costruttivo, volto alla condivisione del proprio sentire e del proprio pensare.

L’Associazione Musicale Giustiniana, attraverso i suoi percorsi personalizzati volti a coltivare la passione per uno strumento, per il canto o per la musica in senso più ampio, si è posta l’obiettivo di stimolare ogni singola creatività, sviluppando e potenziando capacità e intelletto.